Le corse virtuali si sono diffuse nei primi mesi di quest’anno quando tutte le competizioni erano state annullate e si dividevano i due tipi.
Nel primo caso la persona effettivamente correva sul percorso di gara da soli e poi tramite sistemi quali STRAVA andava a finire in una classifica.
Era un modo per gli organizzatori comunque di fare qualcosa, per gli atleti di cimentarsi con gli altri.
Solitamente nessun premio, nessuna maglietta o medaglia ma costi di iscrizione nulli od irrisori.
Nel secondo caso invece accanto a manifestazioni quali la “Virtual BAM, Brescia Art Marathon” o la “Virtual Venice Marathon” (30 euro!!!) si sono affiancati eventi dai nomi più fantasiosi:
- Pharaoh Marathon
- Revenge of the birds virtual turkey
- Caribbean Run Jamaica
- Pizza Virtual Run
- Run Rabbit Run
- Dogs Winter Run 2021
- Taj Mahal Marathon
- …
E queste costano ed anche molto.
Bello che spesso parte del costo venga poi devoluto in beneficenza.
Ecologico il fatto che vengano, in alcuni caso, riciclate magliette e medaglie che non sarebbero state potute essere consegnate come per la Deejay Ten.
Però ci sono manifestazioni veramente assurde e comunque che senso ha, ad esempio, ricevere la medaglia per la English Channel Virtual Challenge quando si corre intorno a casa?
Magari quei trenta euro sarebbe meglio spenderli in altro modo…
