Domenica 1 marzo 2020: questa è la storia di un viaggio speciale, fatto sulle gambe, di corsa. La viaggiatrice è Lorena Brusamento, ultramaratoneta della nazionale italiana di 24h. È stata la prima donna italiana, a buttare il cuore nella Ultra Caballo Blanco, la gara-mito raccontata nel best seller ‘Born to run’ di Christopher McDougall. Il tracciato si snoda lungo i pendii de La Barranca de Urique, il più profondo dei canyon della Sierra Tarahumara nello stato messicano settentrionale di Chihuahua.
HA VINTO !!!!
Lorena Brusamento, azzurra di ultramaratona, è stata alla mitica gara messicana
che si svolge per 50 miglia nel territorio dei Raràmuri.

qui ritratta con una anziana del posto
Lorena Brusamento classe ’73, ha scritto il suo nome nel mondo nelle Ultramaratone quando, nel 2015, in 34h52’51”, portò a termine la Spartathlon. Milanese d’adozione, ama la corsa come stile di vita, lo sport per stare bene, da sola e in compagnia di chi le chiede di correre meglio. Corre sempre. Avanti e indietro per Milano, ogni giorno. Ovunque vada, qualsiasi cosa faccia, il suo mezzo di trasporto sono le gambe. Fa la maestra: la mattina, prima di andare a scuola, e la sera si allena o allena altri. La corsa ha cambiato la sua vita. Qualche anno fa si è scoperta ultramaratoneta: più sono i chilometri e le ore, più si sente a proprio agio.
Piedi martoriati, bocca stretta, gonna lunga e sandali. E via, a correre per centinaia di chilometri. Questa è Lorena Ramirez, 24 anni, messicana di Guachochi, a cui Netflix ha dedicato un documentario, ‘Lorena, de los pies ligeros‘, la ragazza dai piedi leggeri. In italiano il titolo è stato tradotto con ‘Lorena, la maratoneta che corre con i sandali’.
Lorena, nella Ultra Caballo Blanco, ha corso al fianco di donne di un piccolo popolo, i Rarámuri che abitano i canyon della Sierra Tarahumara, nello Stato di Chihuahua, e che hanno conquistato i secoli correndo e correndo. Formidabili atleti e atlete di una grande comunità sparpagliata nel mondo – quella degli ultramaratoneti – che per un giorno si riversano nella Barranca de Urique, più remota e profonda del Grand Canyon in Arizona, per rendere omaggio ai Rarámuri e all’invincibile passione che li unisce tutti: il viaggio di corsa.
Tra queste atlete c’era un’altra Lorena, Lorena Ramirez raccontata in un docufilm sulla piattaforma Netflix (‘La maratoneta con i sandali’) incentrato sulla sua vita e sulla comunità degli Indiani Rarámuri a cui appartiene. A veder correre Lorena Ramirez si resta incantati, con il suo bel vestito colorato, con il pettorale e in mezzo ad atleti equipaggiati con materia le tecnico e dai fisici imponenti. Lei corre con i vestiti tradizionali dei Rarámuri e sandali tipici gli huaraches, sandali che non hanno nulla a che vedere con le scarpe sportive che siamo abituati ad indossare.
In un documentario la storia della ultrarunner messicana della tribù dei ‘raramuri’ (piedi leggeri).
Gareggia, e vince, con le sue particolari calzature e indossando gonne coloratissime: “Senza, non sarei io”.
Gareggia, e vince, con le sue particolari calzature e indossando gonne coloratissime: “Senza, non sarei io”.