Mentre i runner si preparano già dal 4 maggio a riconquistare le lunghe distanze, fin qui frenate dalla corsetta “in prossimità dell’abitazione”, milioni di praticanti di altri sport all’aperto scalpitano in attesa di poter ricominciare.
È all’esame dei tecnici che in questi giorni stanno lavorando all’allentamento delle restrizioni, in vista della Fase 2, pure delle cosiddette libertà personali, c’è anche l’allargamento delle attività motorie consentite.
I criteri sono già ben definiti: assolutamente no a sport di squadra e di contatto (dal calcio al basket, dalla pallavolo alla pallanuoto alle arti marziali), no naturalmente a qualsiasi attività sportiva al chiuso (dalle palestre alle scuole di danza alle piscine), ma sì a discipline individuali, all’aria aperta, meglio ancora se in zone dove il distanziamento ambientale oltre che sociale è garantito (montagna, mare, campagna) .
Detto questo, ovvero che dal 4 maggio p.v. si ricominci a correre come dio comanda, resta un grande interrogativo che in queste ore attanaglia migliaia di sportivi: saremo obbligati a indossare la mascherina? Sembra di no, troppo faticoso e anche pericoloso per la respirazione fare attività sportiva con una barriera parafiato anche se chi invece spinge per l’obbligo di mascherina obietta che proprio durante l’attività l’emissione di droplet potrebbe essere più alta. Proprio per questo il criterio su cui non si transige è che lo sport sia individuale o comunque a distanza di almeno due metri.
Tra le prime attività ad essere autorizzate ci saranno anche tutte le declinazioni della bicicletta in solitario, dalla semplice passeggiata alle mountainbike su piste fuori città.
Allo studio anche l’allargamento delle autorizzazioni delle attività motorie consentite, dal mare alla montagna.
E forse anche il tennis.
FONTE: La Repubblica
Per inciso:
Guai a correre e fare attività motoria con la mascherina! “Rischiate l’alcalosi e lo svenimento”
Alcune regioni propongono di far correre i runner indossando la mascherina: ma guai a farlo! Sono contrari gli specialisti di medicina sportiva. Ad esempio in un’intervista rilasciata a www.unionesarda.it il dottor Alberto Macis dell’Istituto di Medicina dello Sport della FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana) nonché Coordinatore Regionale Antidoping Sardegna della stessa FMSI ha spiegato che “la mascherina è controproducente, se indossata durante la corsa o, comunque, durante l’attività motoria. Parliamo, naturalmente, di mascherine chirurgiche, che hanno lo scopo di proteggere gli altri dalla vaporizzazione del respiro di chi le indossa. I ‘droplet’, le goccioline che veicolano il virus, vengono bloccate, proteggendo le persone che stanno accanto. Capisco che chi governa debba decidere facendo attenzione alla testa degli altri, ma la mascherina crea problemi. Se, per esempio, la si indossa durante un test da sforzo, io medico sono protetto da eventuali vaporizzazioni. Ma chi si sottopone a sforzo, con la mascherina che copre naso e bocca, respira una quantità maggiore di anidride carbonica, rischiando di andare in alcalosi e quindi rischiando lo svenimento. Perché, in questo modo, si respira una miscela di CO2 (ndr: anidride carbonica) superiore a quella presente nell’aria”. La soluzione? Eccola… “Se si corre la mattina presto, è difficile incontrare altre persone. E il rischio si elimina comunque mantenendo la distanza di un metro dagli altri”.