Il Csi per il mondo con il volontariato sportivo internazionale
24 Gennaio 2014
Avete mai pensato di fare il volontario sportivo internazionale? Tra di voi c’è qualcuno che ha voglia di trascorrere la prossima estate in maniera originale? Niente villaggio turistico, niente agriturismo, niente ombrellone o passeggiate a cavallo o in montagna. Tra di voi, c’è qualcuno che ha voglia di prendere un aereo, di farsi alcune ore di viaggio per raggiungere Haiti, volare in Albania oppure in un altro Paese in via di sviluppo? Trascorrendo intere giornate a far giocare e divertire ragazzi e bambini? Bisogna essere dei “matti” per essere interessati a un cosa del genere? Assolutamente no. Bisogna invece essere sani “nella testa e nel cuore”. Bisogna essere convinti che fare del bene rende felici. Bisogna avere voglia di vivere esperienze vere e forti che segnano la nostra vita in modo indelebile. Occorre avere dentro il desiderio di non accontentarsi del grigiore e della mediocrità della società del nostro tempo. Come bagaglio solo uno zaino e un pallone, con la massima disponibilità a dare una mano al Csi nel mondo adattandosi a standard di comfort ben diversi dai nostri occidentali (in questi Paesi dal mangiare al dormire, è tutta un’avventura). Tanti giovani hanno già vissuto quest’esperienza. Alberto allena i bambini nell’oratorio del Vittoria a Milano e ha passato ad Haiti le scorse due estati. Federica 19 anni, gioca a pallone nell’Agrate calcio femminile e ha vissuto la stessa esperienza. Savio, 18 anni, abita a Bari ed è tornato a casa entusiasta dal suo primo viaggio come volontario sportivo internazionale. Ragazzi che, insieme ad altri volontari, hanno anche avuto riconoscimenti ufficiali dal Coni, ricevendo il mandato di coinvolgere i propri coetanei, diffondendo nelle scuole e negli oratori i valori dello sport, veicolando l’importanza della sua diffusione a livello sociale, con un impegno che va oltre il risultato agonistico. Proviamo allora a rilanciare quest’idea così affascinante quanto semplice. Lo sport nei Paesi in via di sviluppo moltiplica le sue potenzialità educative. Non si può spiegare a parole quanto “bene” può fare un pallone che rotola in Paesi dove non c’è nulla o quasi. Non si può spiegare a parole la felicità che sa regalare lo sport: un piccolo torneo, una muta di maglie, un corso per allenatori, una giornata di animazione sportiva nei cosiddetti Paesi del terzo o quarto mondo. Per comprenderlo bisogna viverlo di persona. Noi siamo convinti che nelle società sportive di base ci siano tante persone che hanno nella “testa e nel cuore” la disponibilità per vivere un’esperienza come questa. Un’esperienza alla portata di tutti, anche per quelli che si sentono giovani dentro.
Daniele, passati da poco i 30 anni, ha gettato le basi per aprire il Csi in Albania. Maurizio, 50 anni, dirigente di una società sportiva d’oratorio, è stato a Scutari due volte. Massimo, dirigente di banca, ha mollato tutto per due mesi (ferie arretrate) per allenare ad Haiti. Chiediamo a ogni dirigente di società sportiva di parlare ai suoi ragazzi di queste opportunità. Quest’estate si partirà per Haiti, dal 26 luglio al 17 agosto e pressoché negli stessi giorni per l’Albania. Il sogno è quello di aprire il Csi in vari Paesi nel mondo. La strada è aperta. Non resta che continuare a camminare.
Massimo Achini